L’ascolto ha i suoi nemici
In un articolo pubblicato sulla HARVARD BUSINESS REVIEW viene trattato il tema dell’ascolto.
“I nostri risultati supportano le prove esistenti che i manager che ascoltano bene sono percepiti come leader delle persone, generano più fiducia, instillano una maggiore soddisfazione sul lavoro e aumentano la creatività del loro team. Tuttavia, se l’ascolto è così vantaggioso per i dipendenti e per le organizzazioni, perché non è più diffuso sul posto di lavoro? Perché la maggior parte dei dipendenti non viene ascoltata nel modo desiderato? La ricerca mostra che alcune barriere spesso si frappongono:
Perdita di potenza. La ricerca del nostro team ha dimostrato che alcuni manager potrebbero ritenere che se ascoltano i loro dipendenti verranno considerati deboli. Ma allo stesso tempo, è stato dimostrato che essere un buon ascoltatore significa guadagnare prestigio. Quindi sembra che i manager debbano fare un compromesso tra il conseguimento dello status basato sull’intimidazione e il conseguimento dello status basato sull’ammirazione.
L’ascolto richiede tempo e fatica. In molti casi, i manager ascoltano i dipendenti sotto pressione o mentre sono distratti da altri pensieri o lavoro. Quindi ascoltare è una decisione di investimento: i manager devono dedicare il tempo all’ascolto per vedere i benefici futuri.
Paura del cambiamento. Un ascolto di alta qualità può essere rischioso perché implica entrare nella prospettiva di un oratore senza cercare di esprimere giudizi. Questo processo potrebbe potenzialmente cambiare gli atteggiamenti e le percezioni dell’ascoltatore. Abbiamo osservato più volte che quando abbiamo addestrato i manager ad ascoltare veramente, hanno acquisito informazioni cruciali sui loro dipendenti: sono rimasti sbalorditi nell’apprendere quanto poco sapessero della vita delle persone con cui avevano lavorato per molti anni.
Ad esempio, diversi manager hanno riferito che quando hanno provato ad ascoltare i dipendenti con cui avevano confrontato la scarsa frequenza, hanno appreso che questi dipendenti stavano lottando per sostenere un membro della famiglia (una moglie che muore di cancro, un fratello con disabilità mentale). Questa consapevolezza ha minacciato gli atteggiamenti e le opinioni dei manager su se stessi – un’esperienza chiamata dissonanza cognitiva che può essere difficile.”
In azienda occorre imparare ad affrontare questi “nemici”.
Sapete come fare?