Durante una survey sul clima aziendale, le 6 qualità più apprezzate dai dipendenti di un’azienda sono state:
Posso assentarmi dal lavoro quando peso di averne bisogno
Apprezzo il modo in cui contribuiamo alla comunità
In questa azienda vengono assunte persone in sintonia con i nostri valori e la nostra cultura organizzativa
Quando una persona è assunta, viene fatta sentire la benvenuta
Nella mia azienda riusciamo a fare gruppo anche lavorando in smart working
Sono orgogliosa/o di dire che lavoro per questa azienda
Occorre promuovere un modello culturale di organizzazione aziendale positiva, basato sulla felicità dei propri dipendenti. La felicità deve essere trattata come una competenza che, come tale, può essere acquisita e allenata. Un ambiente di lavoro positivo infatti stimola innovazione, creatività e favorisce la produttività.
Le iniziative aziendali vanno rivolte verso il prendersi cura della persona a 360°.
Deve essere salvaguardato il benessere della mente (richiesta, peraltro, supportata anche dal D.Lgs 81/08) attraverso la possibilità di poter ricevere supporto nella soluzione di problemi personali (contrariamente alla massima “i problemi personali fuori dall’ambiente lavorativo”).
Si deve spingere verso il benessere del corpo, per esempio con iniziative che incentivano il movimento e la consapevolezza di un corretto stile di vita: ciò può creare anche coesione tra i dipendenti, integrando attività di team building.
Un programma di welfare associa l’attenzione agli aspetti retributivi ad un pacchetto di servizi che ciascun dipendente può scegliere in base alle proprie esigenze.
Le iniziative mirate a favorire la conciliazione tra vita professionale e personale come l’orario di ingresso flessibile, la possibilità di lavorare in smart-working, il permesso retribuito nel giorno del compleanno, i permessi di paternità e di malattia dei figli (in aggiunta a quanto previsto dalla legge), e permessi legati ad attività di volontariato, sono tutti incentivi che spingono i dipendenti ad un’affezione verso l’ambiente lavorativo, perché sentito come parte integrante della vita e non con necessità di sopravvivenza.